lunedì 18 agosto 2008

Alberto Moravia, La noia

"Ma l'arte diverte chi la fa. Balestrieri si divertiva. Tu ti diverti. Invece la religione è noiosa. Al convento ho sempre avuto l'impressione che le monache si annoiassero, come si annoiano i preti e in generale tutti quelli che si occupano di religione. Nelle chiese la gente si annoia non si sa quanto. Guardali mentre stanno in chiesa, vedrai che non ce n'è uno solo che non si annoi da morire."
Era la prima volta che Cecilia mi parlava della noia; e non potei fare a meno di domandarle, incuriosito: "Ma tu ti annoi?"
"Sì, qualche volta."
"E che provi quando ti annoi?"
"Provo la noia."
"Che cos'è la noia?"
"Come faccio a spiegartelo? La noia è la noia."
Avrei voluto dirle: "La noia è l'interruzione di ogni rapporto. E io voglio sposarti per annoiarmi di te, per non soffrire più, per non amarti più e, insomma, far sì che tu per me non esista più, proprio come per te non esistono la religione e tante altre cose;" ma non ne ebbi il coraggio. Del resto, in maniera improvvisa, ella interruppe il nostro colloquio, alzando una mano e facendomi una carezza sulla guancia.

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